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Il libro si confronta con due domande impegnative: Che cos'è la storia e qual è la natura della conoscenza storica, e si sofferma sull'espressione «essere senza storia», che può essere intesa in molti modi differenti. Ci mostrerà alcuni casi concreti del tentativo di liberarsi più o meno radicalmente della presenza del passato, come accade nei momenti rivoluzionari, cominciati con la volontà iconoclastica di una netta rottura, per poi doversi misurare di nuovo con il passato, reinterpretandolo, riscrivendolo, falsificandolo: la rivoluzione cristiana, la rivoluzione francese, il fascismo, la fondazione degli Stati Uniti d'America, il bolscevismo. Esistono infine forme molto diverse della rimozione del passato: la storia può lasciare tracce durevoli e profonde che obbligano a ricordarla, ma può anche essere fatta sbiadire senza bisogno di una rivoluzione, semplicemente dimenticandola.